L'allenatore nel pallone 2
L'allenatore nel pallone 2
L'allenatore nel pallone 2 è il sequel del film degli anni ottanta di Sergio Martino chiamato, appunto, L'allenatore nel pallone. Il film è uscito nelle sale l'11 gennaio 2008; con esso Lino Banfi torna al cinema in uno dei ruoli che lo portarono al successo, quello del manager calcistico Oronzo Canà. Nel L'allenatore nel pallone 2 prendono parte numerosi protagonisti del mondo del calcio italiano: Francesco Totti, Alessandro Del Piero, Gianluigi Buffon, Luca Toni, Marco Amelia, Fabio Galante, Giancarlo Antognoni, Ciccio Graziani e molti altri.
Date le continue pressioni dalla stampa, si è preferito sostituire Luciano Moggi con un imitatore, nonostante la sua volontà a partecipare al film. Le musiche del film sono di Amedeo Minghi, che incide "La marcia di Oronzo" con Lino Banfi nell'album del cantante "40 anni di me con voi".
Tra le squadre immaginarie del film, oltre alla Longobarda, è presente la Marchigiana, già squadra protagonista del film di Sergio Martino del 1985 Mezzo destro, mezzo sinistro, con Gigi Sammarchi e Andrea Roncato. Viene inoltre citata la Juliana, la cui esclusione d'ufficio dalla massima serie permette alla Longobarda di subentrare al suo posto in serie A.
Guardando L'allenatore nel pallone 2, uscito nelle sale a 24 anni di distanza dal primo episodio, i più attenti avranno notato che il massaggiatore della Longobarda è lo stesso attore (Dino Cassio) che nel film originale del 1984 interpretava la parte del capostazione nella scena in cui Aristoteles decide di tornare in Brasile.
Il film, uscito nelle sale l' 11 gennaio 2008 ha incassato in tutto 7.640.000 euro.
Trama:
Oronzo Canà (Lino Banfi) si è ritirato da molti anni dal mondo del calcio per gestire una azienda olearia insieme alla moglie Mara Canà (Giuliana Calandra) e alla figlia Michelina che, sposata con Fedele (Biagio Izzo), gli ha dato un nipote, Oronzino, genio informatico. La Longobarda, la vecchia squadra di Canà, è stata promossa in serie A per ripescaggio e per l'occasione l'ex allenatore viene invitato come ospite a SKY Calcio Show di Ilaria D'Amico; qui Canà confessa il vero motivo per cui, vent'anni prima, nonostante avesse salvato la squadra dalla retrocessione in serie B, venne esonerato. Lino Banfi e Carletto Mazzone durante una scena del film L'allenatore era stato licenziato proprio perché, portando la squadra alla salvezza, aveva disubbidito agli ordini del presidente Borlotti: quest'ultimo voleva infatti che la Longobarda retrocedesse nella serie minore, poiché i costi di gestione nel massimo campionato erano troppo elevati per le proprie tasche. Queste dichiarazioni gettano lo scandalo sui nuovi presidenti Willy, figlio del vecchio presidente Borlotti, e il suo socio russo Ivan Ramenko (Emilio De Marchi), i quali per ritrovare un’immagine di onestà assumono il loro stesso accusatore come nuovo allenatore della squadra. Canà si trasferisce al Nord in una casa messa a disposizione dalla dirigenza, lasciando la famiglia in Puglia; però ben presto il mister si rende conto che il calcio è profondamente cambiato: ora sono gli sponsor a farla da padroni, i calciatori diventano famosi non tanto per le prodezze in campo quanto per le love-story con la velina di turno, e la comunicazione allenatore-giocatori è gestita da interpreti, dato il gran numero di stranieri. Il mister tuttavia ritrova la carica necessaria ad allenare la Longobarda, galvanizzato dalla promessa di acquisto di grandi giocatori da parte di Borlotti Jr. e Ramenko, ma si lascia sfuggire lo scoop rivelandolo ai giornalisti. Le azioni della società aumentano incredibilmente di valore ed è proprio questo l’obiettivo dei due dirigenti, i quali non effettuano in realtà nessun acquisto, a parte uno sconosciuto giocatore giapponese di nome Kiku che si rivela un vero e proprio imbranato, con cui Canà fatica anche solo a comunicare.
A peggiorare la situazione intervengono i problemi familiari: dopo l’ennesimo tradimento da parte del marito (non proprio) Fedele, la figlia Michelina si trasferisce insieme al nipote Oronzino a casa dell’allenatore per le vacanze di Natale: Canà deve dunque occuparsi anche della riappacificazione tra la figlia e il genero. Intanto i presidenti Borlotti Jr. e Ramenko partono per la Russia per "sbloccare dei capitali" per la Longobarda, così è Canà a prendere le redini della squadra. Dopo essere stato truffato da un amico di Fedele che gli prometteva l'acquisto di Luca Toni dal Bayern Monaco, Canà ritrova il vecchio amico Bergonzoni (Andrea Roncato), che gli consiglia l'acquisto di alcune stelle del passato oltre al giovanissimo giocatore brasiliano Caninho (Mirko Da Cruz Evora). Le cose iniziano a funzionare: Caninho si rivela un vero asso e la nuova strategia a farfalla ideata da Oronzino ed applicata da Canà sembra dare i suoi frutti. Tuttavia, l’allenatore scopre che potrebbe essere lui stesso il padre di Caninho, concepito insieme ad Estella, una ballerina brasiliana conosciuta anni prima durante un viaggio in Brasile. La notizia arriva alle orecchie della bella Gioia Desideri (Anna Falchi), giornalista locale che segue la Longobarda, che riesce a strappare una confessione ad Oronzo e la pubblica sulla stampa. Caninho inizia a giocare sempre peggio e Canà è accusato dal presunto figlio di averlo abbandonato e dalla moglie Mara di averlo tradito...
Date le continue pressioni dalla stampa, si è preferito sostituire Luciano Moggi con un imitatore, nonostante la sua volontà a partecipare al film. Le musiche del film sono di Amedeo Minghi, che incide "La marcia di Oronzo" con Lino Banfi nell'album del cantante "40 anni di me con voi".
Tra le squadre immaginarie del film, oltre alla Longobarda, è presente la Marchigiana, già squadra protagonista del film di Sergio Martino del 1985 Mezzo destro, mezzo sinistro, con Gigi Sammarchi e Andrea Roncato. Viene inoltre citata la Juliana, la cui esclusione d'ufficio dalla massima serie permette alla Longobarda di subentrare al suo posto in serie A.
Guardando L'allenatore nel pallone 2, uscito nelle sale a 24 anni di distanza dal primo episodio, i più attenti avranno notato che il massaggiatore della Longobarda è lo stesso attore (Dino Cassio) che nel film originale del 1984 interpretava la parte del capostazione nella scena in cui Aristoteles decide di tornare in Brasile.
Il film, uscito nelle sale l' 11 gennaio 2008 ha incassato in tutto 7.640.000 euro.
Trama:
Oronzo Canà (Lino Banfi) si è ritirato da molti anni dal mondo del calcio per gestire una azienda olearia insieme alla moglie Mara Canà (Giuliana Calandra) e alla figlia Michelina che, sposata con Fedele (Biagio Izzo), gli ha dato un nipote, Oronzino, genio informatico. La Longobarda, la vecchia squadra di Canà, è stata promossa in serie A per ripescaggio e per l'occasione l'ex allenatore viene invitato come ospite a SKY Calcio Show di Ilaria D'Amico; qui Canà confessa il vero motivo per cui, vent'anni prima, nonostante avesse salvato la squadra dalla retrocessione in serie B, venne esonerato. Lino Banfi e Carletto Mazzone durante una scena del film L'allenatore era stato licenziato proprio perché, portando la squadra alla salvezza, aveva disubbidito agli ordini del presidente Borlotti: quest'ultimo voleva infatti che la Longobarda retrocedesse nella serie minore, poiché i costi di gestione nel massimo campionato erano troppo elevati per le proprie tasche. Queste dichiarazioni gettano lo scandalo sui nuovi presidenti Willy, figlio del vecchio presidente Borlotti, e il suo socio russo Ivan Ramenko (Emilio De Marchi), i quali per ritrovare un’immagine di onestà assumono il loro stesso accusatore come nuovo allenatore della squadra. Canà si trasferisce al Nord in una casa messa a disposizione dalla dirigenza, lasciando la famiglia in Puglia; però ben presto il mister si rende conto che il calcio è profondamente cambiato: ora sono gli sponsor a farla da padroni, i calciatori diventano famosi non tanto per le prodezze in campo quanto per le love-story con la velina di turno, e la comunicazione allenatore-giocatori è gestita da interpreti, dato il gran numero di stranieri. Il mister tuttavia ritrova la carica necessaria ad allenare la Longobarda, galvanizzato dalla promessa di acquisto di grandi giocatori da parte di Borlotti Jr. e Ramenko, ma si lascia sfuggire lo scoop rivelandolo ai giornalisti. Le azioni della società aumentano incredibilmente di valore ed è proprio questo l’obiettivo dei due dirigenti, i quali non effettuano in realtà nessun acquisto, a parte uno sconosciuto giocatore giapponese di nome Kiku che si rivela un vero e proprio imbranato, con cui Canà fatica anche solo a comunicare.
A peggiorare la situazione intervengono i problemi familiari: dopo l’ennesimo tradimento da parte del marito (non proprio) Fedele, la figlia Michelina si trasferisce insieme al nipote Oronzino a casa dell’allenatore per le vacanze di Natale: Canà deve dunque occuparsi anche della riappacificazione tra la figlia e il genero. Intanto i presidenti Borlotti Jr. e Ramenko partono per la Russia per "sbloccare dei capitali" per la Longobarda, così è Canà a prendere le redini della squadra. Dopo essere stato truffato da un amico di Fedele che gli prometteva l'acquisto di Luca Toni dal Bayern Monaco, Canà ritrova il vecchio amico Bergonzoni (Andrea Roncato), che gli consiglia l'acquisto di alcune stelle del passato oltre al giovanissimo giocatore brasiliano Caninho (Mirko Da Cruz Evora). Le cose iniziano a funzionare: Caninho si rivela un vero asso e la nuova strategia a farfalla ideata da Oronzino ed applicata da Canà sembra dare i suoi frutti. Tuttavia, l’allenatore scopre che potrebbe essere lui stesso il padre di Caninho, concepito insieme ad Estella, una ballerina brasiliana conosciuta anni prima durante un viaggio in Brasile. La notizia arriva alle orecchie della bella Gioia Desideri (Anna Falchi), giornalista locale che segue la Longobarda, che riesce a strappare una confessione ad Oronzo e la pubblica sulla stampa. Caninho inizia a giocare sempre peggio e Canà è accusato dal presunto figlio di averlo abbandonato e dalla moglie Mara di averlo tradito...
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